Litologhìa - Parole come pietre, pietre per distruggere e pietre per costruire
λίθος e λόγος, pietra e parola. Parola come pietra. La parola può edificare mura e castelli, può essere solido fondamento, trasformarsi in picchi scoscesi, cime irte, ciottoli resi perfetti dallo scorrere del fiume, può costruire ripari e fortezze inespugnabili. La parola tiene in vita, è lotta, riscatto, accusa, condanna e salvezza. Può anche diventare arma, gravame che uccide, violenza che lapida. Può essere barriera, scoglio che inabissa la nave arresa alla tempesta, frana che travolge e sotterra, lapide che ferma il tempo e raccoglie il pianto. La parola crea, perché ciò che non possiede un nome non esiste. Ed è la parola che rende l’uomo onnipotente, deomorfo, spirito creatore perché è lui, l’uomo, che dà la vita a ciò a cui attribuisce un nome. Chi non ha più nome e nessuno che lo ricordi si perde come un granello di sabbia nello scorrere del tempo. Di lui non resterà memoria. Si può morire sotto tumuli di parole. Si possono privare uomini e donne della parola, ridurli al silenzio per ferire, mutilare, annientare. Le parole possono ergersi ad eterno testamento, possono diventare altare e monumento al ricordo. Lo vedrete e lo udirete attraverso le parole di tre donne: Demetra, Medea e Cassandra.